Passando la mano sulla testa del neonato il dito scivola in una zona elastica e cedevole di pochi centimetri: si tratta della fontanella anteriore, un piccolo miracolo di natura che accompagna i primi passi della crescita del tuo bambino. Ma scopriamo insieme cos’è e come gestirla.

Cos’è la fontanella anteriore?
La fontanella anteriore del neonato (per differenziarla dalle altre cinque, meno note e più piccole) è situata sulla porzione anterosuperiore della testa, è di forma romboidale ed è costituita da tessuto molle e fibroso.
Questo spazio membranoso (così come le altre fontanelle) origina dall’incontro di diverse suture craniche, articolazioni lineari che uniscono tra loro le ossa della volta cranica e che si fondono gradualmente durante i primi 20 anni di vita, per permettere l’allargamento del cranio fino alla conformazione adulta.
La funzione delle fontanelle è quella di contribuire a rendere il cranio del nascituro flessibile e adattabile, fattore essenziale sia per l’attraversamento del canale del parto sia per consentire l’allargamento progressivo della testa e del cervello durante la crescita.
Pertanto, non solo è normale la fontanella, ma è anche una testimonianza della crescita e della salute del piccolo.
La fontanella può essere toccata?
Nonostante le preoccupazioni a riguardo siano molte, specialmente per i neo-genitori, non esistono particolari precauzioni da adottare.
La fontanella anteriore può essere toccata e la sua presenza non controindica la pettinatura e i lavaggi usuali.
Anche in caso di crosta lattea, non preoccupatevi: potete continuare ad usare i prodotti consueti per ammorbidire le squame.
Unica premura? Evitate di strofinarla con eccessivo vigore.
Il processo di chiusura
Tra i 10 e i 18mesi di vita, grazie ad un processo di ossificazione che vede coinvolti calcio, fosforo e vitamina D, la fontanella anteriore tende a chiudersi.
I tempi, tuttavia, sono variabili e dipendono dalla fontanella, dall’etnia del bambino, dal suo stato nutrizionale e dall’età gestazionale al momento del parto.
Perché ancora non si è chiusa?
Il processo di ossificazione della fontanella anteriore può variare da un bambino all’altro e dipende da diversi fattori come l’etnia, lo stato nutrizionale, l’età gestazionale al momento della nascita e altri fattori genetici e ambientali.
Se, però, superati i 18 mesi dovesse continuare a risultare cedevole al tatto, il consiglio migliore rimane sempre quello di consultare il pediatra.
La chiusura ritardata della fontanella, infatti, può sottendere patologie che determinano un rallentamento del processo di ossificazione: prima tra tutte la carenza di vitamina D.
Altre cause, ben più rare, includono sindromi genetiche, tra cui l’acondroplasia e l’osteogenesi imperfetta.
Si è chiusa troppo presto?
E se la fontanella si chiudesse precocemente, cioè prima dei 5 mesi di vita?
In questo caso vanno fatti accertamenti ed escluse patologie che determinano una fusione precoce delle suture craniche con deformazione del cranio e possibili danni cerebrali, come la craniosinostosi e la microcefalia.

La fontanella pulsa
In condizioni normali, la fontanella appare come una lieve depressione del cranio che, di tanto in tanto, pulsa.
Si tratta di un fenomeno innocuo che riflette la pulsazione cardiaca, più evidente durante stati di agitazione.
Se, però, il bimbo appare poco reattivo o febbricitante, è necessario conultare subito il pediatra.
Se la fontanella anteriore si gonfia
Mentre una fontanella che pulsa è normale, più allarmante è il caso di una sporgente, soprattutto se associata a febbre o altri sintomi.
Questa circostanza deve far sospettare un aumento della pressione intracranica, come avviene in corso di meningite.
Quando di infossa?
Una lieve depressione della fontanella è normale.
Quando però “si asciuga” e si infossa eccessivamente, potrebbe sottendere uno stato di disidratazione che, nei piccoli, può verificarsi in corso di gastroenterite o bronchiolite, condizioni durante le quali si beve di meno e si perdono rapidamente liquidi.
Cosa succede se sbatte la testa?
È vero, le fontanelle sono membranose, ma questo non significa che non siano resistenti.
In caso di trauma cranico, semplicemente, monitorate il bambino e seguite le indicazioni da adottare in caso di “botta” alla testa.
Fontanella anteriore: quando preoccuparsi
In generale, comunque, la maggior parte delle fontanelle dei neonati si sviluppa e si chiude normalmente senza complicazioni. Ma visto che rimane comunque una zona delicata, vediamo insieme quali sono le situazioni in cui è raccomandabile consultare un medico:
- Fontanella che si chiude troppo presto o troppo tardi. La fontanella dovrebbe seguire un certo schema di chiusura che varia da un bambino all’altro. Tuttavia, se notate che si chiude molto prima del previsto (prima dei 5 mesi di età) o, al contrario, non si chiudesse entro i 18 mesi di vita, va consultato un pediatra per individuare possibili cause sottostanti.
- Gonfiore anormale. Se notate un gonfiore insolito, rigonfiamento o pulsazioni molto evidenti della fontanella, consultate il pediatra per escludere un accumulo di liquido cerebrospinale, un’infezione o altre condizioni mediche.
- Cambiamenti improvvisi. In presenza di improvvisi cambiamenti della fontanella del bambino (aumento del gonfiore o deformità), è importante consultare un medico.
La fontanella posteriore
È situata sulla parte occipitale del cranio, che ha una forma triangolare e dimensioni di circa 1 cm.
Questa fontanella si chiude tra le 6 settimane e i 3 mesi di vita, quindi, ben prima di quella anteriore.
Le fontanelle sono delle finestre delicate sulla salute del vostro bambino e parlano la lingua silenziosa della crescita. Con attenzione e dolcezza, ogni genitore può imparare a leggerne i segni.