I primi giorni di vita del neonato: dubbi e curiosità

Un neonato che dorme durante i suoi primi giorni di vita

primi giorni di vita del neonato sono segnati da diversi dubbi: già riesce a vederci? Può sentire i suoni? Sente gli odori? Gli occhi rimarranno così azzurri?

Primi giorni di vita del neonato: quanto dovrebbe pesare?

Appena il neonato esce dal grembo, non aspettatevi che i neonatologi tirino fuori la bilancia dalle tasche; verrà usata in un secondo momento.

Il peso normale alla nascita, comunque, oscilla tra i 2.5 kg e i 4.5 kg, con un valore medio intorno a 3.3 kg (i maschietti pesano circa 150 grammi in più delle femmine).

Nei primi giorni di vita del neonato, però, avverrà un fisiologico calo di peso.

La lunghezza tra maschi e femmine alla nascita è simile, viaggiando intorno ai 50 cm.

È normale che stia perdendo peso?

Molti ne sono terrorizzati, ma il calo ponderale rappresenta una normale fase transitoria di adattamento al mondo esterno durante i primi giorni di vita del neonato (qui un articolo di approfondimento).

Il calo atteso è di circa il 5-8%; perdita di peso che verrà generalmente recuperata entro il dodicesimo giorno di vita.

Se la percentuale del calo ponderale dovesse toccare o superare il 10%, probabilmente sarete costretti a posticipare di un po’ le vostre dimissioni.

Perché la pelle si desquama durante i primi giorni di vita del neonato?

Entrando a contatto con l’aria dell’ambiente extrauterino, la pelle dei neonati comincia fisiologicamente a desquamarsi; non solo è normale, anzi, è necessario per sostituire lo strato di cute superficiale con uno più spesso e resistente – un po’ tipo serpente che fa la muta!

Desistete dalla tentazione di strofinare e grattare la pelle; portare pazienza sarà sufficiente.

Nel frattempo, sono ammessi lavaggi con detergenti delicati, a pH neutro, tre volte a settimana nelle prime settimane di vita (una volta che la cicatrice ombelicale si sia chiusa), seguiti eventualmente dall’applicazione di creme idratanti specifiche per neonati.

Evitate bagnetti prolungati (non più di dieci minuti, per evitare la disidratazione) e mantenete la temperatura dell’acqua sui 37°C.

Se la desquamazione è eccessiva, possono essere usate creme idratanti specifiche per neonati.

Rivolgetevi al pediatra in caso di comparsa di infiammazioni o segni di infezione.

Quante dovrebbe dormire?

Le prime notti, per tante famiglie, saranno turbolente: il ritmo circadiano dei bambini piccoli è diverso da quello di noi adulti, il che implica un’alta probabilità di risvegli notturni e riposo discontinuo, che si traduce in un ammontare di sonno di circa 16 ore al giorno, con riposi frammentati e interrotti da diversi risvegli.

Perché ha la testa storta?

Non avete sfornato un extraterrestre; si tratta probabilmente della plagiocefalia posizionale, una comune e innocua alterazione del cranio presente in molti bimbi alla nascita, quasi sempre a risoluzione spontanea.

In alternativa, potrebbe trattarsi di una modica raccolta sottocutanea di sangue destinata di solito a riassorbirsi naturalmente, spesso presente sul capo dei neonati estratti tramite ventosa ostetrica.

neonato nei primi giorni di vita

Cosa sono queste pallette sulle gengive?

Non si tratta degli abbozzi dei primi dentini, bensì di perle di Ebstein, formazioni rotonde e bianco-giallastre che potreste apprezzare sulle gengive dei bimbi.

Contengono proteine, non provocano alcun fastidio e scompaiono spontaneamente nel giro di qualche settimana.

Primi giorni di vita del neonato: quando si saprà il colore dei capelli?

E’ la melanina a determinarne il colore: pigmento che dipende dalla genetica (che ne decide il tipo) e dall’esposizione al sole (che ne aumenta i livelli).

Ciò significa che per conoscere il colore definitivo bisogna attendere all’incirca il secondo compleanno del bimbo (il tempo che prenda un po’ di raggi ultravioletti!).

Ah, ovviamente esistono neonati nati pelati, così come chi nasce con una chioma folta (destinata spesso a cadere e a essere sostituita nei primi mesi di vita).

Primi giorni di vita del neonato: perché ha gli occhi azzurri?

Il colore degli occhi (così come quello di pelle e capelli) dipende dalla melanina, un pigmento che viene prodotto dall’esposizione ai raggi ultravioletti.

Gli occhi chiari alla nascita riflettono la scarsità della melanina, che tuttavia è destinata ad aumentare di settimana in settimana con l’esposizione alla luce solare.

Col trascorrere dei mesi, la tinta diventa nella maggior parte dei casi sempre più scura; prima blu-grigiastra, successivamente nocciola-marrone.

In una piccola percentuale dei casi, il che dipende dalla genetica, gli occhi diventano verdi o azzurri.

Intorno ai due anni di età il colore degli occhi sarà confermato.

Primi giorni di vita del neonato: riesce a vedere?

Non del tutto: il bimbo ha avuto tempo per sviluppare la vista durante la vita fetale, motivo per cui alla nascita è in grado di mettere a fuoco a una distanza pari alla lunghezza di poco più un palmo di mano, quella che gli è sufficiente per stabilire il contatto visivo con la madre durante la poppata.

Con il tempo, la capacità di discriminare colori e sagome si perfeziona, finché tra i cinque e gli otto mesi si ottengono buone immagini e intorno ai dodici la visione può definirsi nitida.

Perché sembra strabico?

Perché i muscoli che governano i movimenti ancora non sono precisi e ben sviluppati: ecco, pertanto, che gli occhietti se ne vanno un po’ “per fatti loro”.

Questa fisiologica immaturità si risolve intorno ai sei mesi, con l’acquisizione della capacità a mantenerli dritti.

Se ciò non si dovesse verificare, consultate il pediatra per escludere uno strabismo patologico.

Cos’è il riflesso rosso?

Il medico abbassa le serrande e spegne le luci, pronto a valutare il riflesso rosso; si tratta di un rapido e innocuo test eseguito poco dopo la nascita e che consente di individuare precocemente eventuali patologie o difetti visivi (da qui, “screening della vista”).

Tramite uno strumento chiamato oftalmoscopio, gli occhi e la retina del bimbo vengono illuminati restituendo un riflesso rossastro, le cui caratteristiche donano preziose informazioni sullo stato dell’occhio.

Tale indagine viene riproposta durante i periodici bilanci di salute dal proprio pediatra nei mesi a seguire.

Primi giorni di vita del neonato: riesce a percepire i suoni?

In parte, sì: il senso dell’udito si sviluppa già durante la gestazione, tant’è che alla nascita i neonati sono in grado di riconoscere la voce della mamma (con cui hanno familiarizzato nell’utero) e di udire suoni forti e acuti.

Man mano che i mesi scorrono, l’udito subisce una graduale evoluzione che lo porta a diventare sempre più performante finché, intorno ai sei mesi, i lattanti saranno in grado di identificare la fonte dei suoni e di divertirsi con la musica!

Cosa sono le otoemissioni acustiche?

Armati di uno speciale apparecchio acustico in grado di rilevare i suoni prodotti dal nostro orecchio in risposta a stimoli sonori, operatori sanitari specializzati sottopongono i neonati a tale esame di screening.

È un test breve, indolore e consente di escludere la sordità congenita.

Primi giorni di vita del neonato: percepisce già gli odori?

Sì, già alla nascita i neonati sono provvisti di un olfatto fine che gli permette di avvicinarsi al seno così come di tenersi a distanza da ciò che potrebbe danneggiarli.

Per preservarlo, evitate l’esposizione a sostanze particolarmente odorose (profumi, smalti e disinfettanti) che potrebbero turbare le prime esperienze olfattive.

Percepisce già i gusti?

Certo; dopotutto, il sapore dolce del latte è per loro irresistibile!neonato

Perché gli hanno fatto un buchetto sul tallone?

Pungendo il tallone del neonato con una piccola lancetta metallica, sgorgano poche e preziose gocce di sangue sulle quali poter eseguire lo screening metabolico esteso, esame che permette di escludere la presenza di diverse malattie metaboliche (fibrosi cistica, ipotiroidismo, fenilchetonuria e un ampio spettro di patologie congenite rare), attraverso il dosaggio di precise molecole.

Attraverso il sangue prelevato dal tallone, inoltre, è possibile dosare i livelli di bilirubina e altri valori.

La minima ferita si rimargina dopo pochi secondi e un breve pianto del bimbo.

Perché dobbiamo ripetere gli esami di screening?

Il riflesso rosso è anomalo? Lo screening dell’udito è da ripetere? Lo screening metabolico è dubbio?

Tali esami di screening sono eseguiti presso il punto nascita con lo scopo di escludere importanti patologie congenite; talvolta, per confermarne l’esito, vi verrà chiesto di ripeterli.

Forza e coraggio.

Primi giorni di vita del neonato: quante volte dovrebbe fare la popò?

Già fin dai primi giorni di vita e per diversi mesi a seguire, il numero di evacuazioni giornaliere può toccare le 8; praticamente, una dopo ogni poppata o anche sfiorando l’ano durante il cambio del pannolino!

Tuttavia, non tutti i neonati evacuano con la stessa frequenza; alcuni andranno di corpo una volta ogni due-tre giorni.

Ciò che conta, è che l’aumento di peso sia regolare (testimoniando un adeguato introito alimentare) e che l’evacuazione non risulti difficoltosa e dolorosa per il bimbo.

Perché la popò è nera e appiccicosa?

Tipo pozzo di petrolio del Kuwait, dal sedere del neonato, entro 24-48 ore dal parto, spruzza fuori il meconio, la prima popò della vita, caratteristicamente nerastra e catramosa e contenente il materiale ingerito dal feto durante la vita intrauterina.

Nei successivi due-tre giorni, pur presentando delle variazioni, la popò può mantenere una consistenza vischiosa e una colorazione scura, per poi progressivamente mutare d’aspetto a seconda del tipo di alimentazione avviata.

neonato che sbadiglia

Primi giorni di vita del neonato: quante volte dovrebbe fare la pipì?

Le prime urine vengono emesse entro le prime 24 ore dal parto; successivamente, il neonato dovrebbe bagnare almeno cinque-sei pannolini nelle 24 ore, pari a circa 200-300 ml di urine giornalieri, nelle prime settimane di vita.

Le prime urine sono spesso tinte di un giallo carico, mentre dal quarto giorno di vita in poi diventano più incolori, specialmente nel neonato allattato al seno, fino ad assumere un aspetto limpido e un colore giallo paglierino o poco più scuro, a seconda dello stato d’idratazione.

La presenza di un adeguato quantitativo di pipì testimonia l’adeguata assunzione di latte, così come urine meno frequenti del solito potrebbero al contrario esprimerne una ridotta.

Cosa sono queste macchie rosse sul pannolino?

Cambiando il pannolino nei primi giorni di vita, potreste notare alcune macchiette arancioni.

Nessun problema; si tratta di urati, componenti chimici delle urine che reagiscono a contatto con le parti plastiche del pannolino colorandosi di rosa o di un leggero rossiccio.

Primi giorni di vita del neonato: perché ha le sisette?

Le “sisette” che potreste notare nel neonato (maschietto o femminuccia che sia), esprimono un inturgidimento fisiologico delle ghiandole mammarie provocato dalla crisi genitale, condizione indotta dall’accumulo degli ormoni materni prodotti durante la gravidanza.

Non vanno spremute (pena la possibile insorgenza di infiammazioni) né tanto meno trattate con farmaci; è sufficiente attenderne la spontanea regressione.

A volte si associano a ingrandimento del clitoride e/o alle pseudo-mestruazioni, perdite vaginali di sangue sempre dovute all’accumulo ormonale.

Si trattano tutti di fenomeni benigni e transitori; niente assorbenti!

Perché è nato con le palline gonfie?

Durante la gravidanza, pancia e sacco scrotale sono collegati da un tubicino: l’anomala permanenza di questo collegamento dopo la nascita permette la discesa di liquido dall’addome fino ai testicoli (più evidente la sera rispetto al mattino).

Tale fenomeno prende il nome di idrocele, ma io preferisco chiamarli “testicoli da procione selvatico”.

In una buona parte dei casi, le pallette tornano a una dimensione “umana” entro l’anno di vita per la chiusura spontanea del dotto; in caso contrario, entra in gioco il chirurgo pediatra.

Perché ha l’orecchio accartocciato?

Chissà che posizione aveva assunto nel grembo materno; inevitabilmente, la pressione ricevuta ha portato il morbido padiglione auricolare a spiegazzarsi un po’.

Inutile appiccicare cerotti, perché con la crescita la morbida cartilagine si rimetterà “a posto” da sola.

Tale condizione non va confusa con l’orecchio a sventola o, più raramente, con alterazioni del padiglione auricolare associate a particolari sindromi – che il bravo pediatra saprà sospettare.

Primi giorni di vita del neonato: cosa sono i riflessi neonatali?

Starnuti, tremori, sobbalzi, chiusura forte delle mani e tendenza a ciucciarsi il pugno: sono tutti riflessi neonatali!

Per esempio, avete mai visto il medico lasciar “cadere all’indietro’’ il neonato, il quale allarga le braccia e protende le dita in avanti (riflesso del Moro)?

Oppure, mai provato a sfiorare la manina di un bimbo piccolo?

E che dire di quei piccoli scatti simili a brividini che interessano corpicino e testolina?

E del riflesso di suzione, scatenato dal solo sfioramento della guancia del piccolo?

La valutazione dei riflessi neonatali permette al pediatra di stabilire la salute del sistema nervoso del nascituro; una loro assenza o alterazione può sottendere cause patologiche.

Cosa fare per impedirgli di graffiarsi?

C’è chi utilizza guanti o fasciature improvvisate per scongiurare graffietti in viso stile Rambo, ma io ne sconsiglio l’uso.

Sia per il rischio (seppur minimo) di inalazione e soffocamento, sia perché il tatto rimane uno dei sensi più importanti per esplorare il mondo nelle prime settimane di vita!

Piuttosto, munitevi di comode limette di cartone che, essendo morbide, non rischiano di ferire le unghiette.

Come andrebbe vestito?

Se ne vedono di ogni: tutine della Roma, della Marvel, di Goku, di principessine e streghette…

Come regola generale, quando vestite un neonato aggiungete uno strato di vestiti in più rispetto a quelli che indossate voi.

Esempio: se vestite con una maglietta, coprite il neonato con uno strato di base (body o magliettina di cotone) più uno esterno (come una tutina o un pigiamino).

Durante i mesi freddi, usate tessuti più spessi e sovrapponete un completino o un abitino per coprire gli strati interni.

Un cappellino (leggero o pesante a seconda della stagione) è utile a mantenere la loro testa calda, così come anche coprire i piedi con dei calzini.

Un buon consiglio è quello di interpretare i segnali espressi dal bimbo di volta in volta: se piange e la nuca vi sembra fredda, aggiungete uno strato di vestiti o una coperta; se ribolle dal caldo, svestitelo un po’!

Se ha mani e piedi freddi, devo preoccuparmi?

Generalmente, no: le estremità fredde sono spesso conseguenza di una fisiologica immaturità del sistema di termoregolazione periferico.

Meglio cercare di capire la temperatura corporea tastando la nuca del neonato.

Accertatevi che sia ben coperto e contattate subito il pediatra in presenza di anomalie quali febbre, letargia, difficoltà ad alimentarsi, fatica a respirare o altri sintomi allarmanti.

Come dovrebbe essere l’ambiente a casa?

L’obiettivo è quello di creare un’atmosfera piacevole, né secca né umida, né eccessivamente calda o fredda.

Per raggiungere tale scopo, utilizzate pure condizionatore, termosifoni e vaporizzatori: la temperatura domestica sia compresa tra i 18° e i 22°C (nella camera dove dorme il bimbo, non oltre i 20°C; dopo aver fatto il bagnetto, intorno ai 24°C) e l’umidità tra il 40% e il 60%.

Il condizionatore usatelo con saggezza (no getti d’aria diretti, no abusi e filtri puliti).

Da quando potrà uscire?

Fin da subito, a patto che il bimbo sia sano e che le condizioni metereologiche lo consentano.

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